Ancora pochi giorni per visitare la doppia mostra proposta da Camera – Centro Italiano per la Fotografia, in via delle Rosine 18 a Torino: la chiusura è prevista domenica 29 settembre.
Le due mostre, allestite in contemporanea, mettono in dialogo e a confronto due autori, diversi per generazioni e formazione, accomunati dall’approccio al linguaggio fotografico.
Presentano infatti diversi aspetti comuni, sia dal punto di vista tematico che da quello specificamente fotografico: gli autori utilizzano unicamente il bianco e nero e adottano l’uso del flash per focalizzare l’attenzione sul soggetto della rappresentazione, esaltandone atmosfera, forma e contenuto.
Crack del fotografo Jacopo Benassi (La Spezia, 1970) propone sessanta immagini realizzate riflettendo sul rapporto tra classicità e contemporaneità nei corpi, e nei legami che gli individui instaurano con uomini e ambienti.
Nelle parole di Walter Guadagnini, curatore della mostra, Crack “è un atlante del corpo, elaborato tra gli estremi della plastica antica e della flagranza fisica contemporanea”.
Benassi, affiancando immagini di sculture e di corpi fisici, sottolinea la decadenza sia per il corpo umano sia per il corpo scolpito, ma anche la possibilità di ricomposizione delle fratture, delle rotture.
Rafforzano tale visione le cornici scarnificate, i vetri fratturati, i supporti in legno carbonizzati, parti integranti del progetto espositivo, che aumentano la carica drammatica delle immagini.
Prendendo altresì spunto dalla grave frattura di una sua gamba, Benassi cerca immaginifici agganci visivi e mentali tra il suo corpo “fratturato” e gli elementi naturali o materiali che lo circondano.
Il rigoroso bianco e nero e un uso sfacciato del flash, conferiscono alle stesse una durezza ancor più drammatica, al limite della disperata malinconia.
Unbridled Curiosity del fotografo americano Larry Fink (Brooklyn,New York,1941), raccoglie in modo antologico oltre novanta immagini, realizzate dagli anni Sessanta a oggi.
Curata a quattro mani con Walter Guadagnini, la selezione in bianco e nero, tra grandi e piccoli formati, mira a evidenziare con potenza estetica quei legami tra le persone e tra le persone e i luoghi che Fink, nel corso di tutta la sua carriera, ha saputo immortalare con occhio attento e “sfrenata curiosità” (Unbridled Curiosity), mischiandosi senza nascondersi, cogliendo momenti di intimità e soprattutto mettendo in evidenza l’anima dei soggetti ritratti.
Le grandi battaglie civili, i party esclusivi tra Hollywood e i grandi musei, la vita rurale, le palestre pugilistiche: nulla sfugge all’obiettivo di Fink.
“La mia vita è una cascata di rivelazioni empatiche” commenta Larry Fink.
L’aspetto di linguaggio fotografico che mi preme mettere qui in risalto è il punto di presa, estremamente ravvicinato al soggetto, al limite della distorsione e della sfocatura.
Viene così sottolineata la vicinanza ai soggetti ripresi, fisica e di relazione, che esclude ogni velleità voyeuristica o atteggiamenti da paparazzo. Al contrario si percepisce una intimità coi soggetti reale e non esibita, ricercata dagli stessi con piacere e naturalezza.
Fink entra in tal modo nei contesti dove si svolge la vita e l’azione, riprendendo da protagonista e non da spettatore, offrendoci un punto di vista attento ed esclusivo.
Camera, via delle Rosine 18, Torino, per orari e biglietti : http://camera.to/informazioni/
Foto: Giorgio Cerutti