Ieri mattina abbiamo partecipato alla presentazione alla stampa della nuova, sontuosa, mostra di Camera - Centro Italiano per la Fotografia, aperta dall'11 ottobre 2022 al 14 febbraio 2023.
Robert Doisneau (1912-1994), notissimo per alcuni scatti iconici tra cui il celeberrimo “Baiser de l’Hotel de Ville”, ha lasciato un patrimonio di 450 mila negativi, meno noti.
L’ampia antologica di Camera consente di approfondire la conoscenza di uno dei Maestri riconosciuti del XX secolo.
Una mostra da gustare lentamente, per entrare a fondo nel mondo ripreso da Doisneau, per viverlo con gli stessi sentimenti che traspaiono dai suoi scatti.
Al termine rimane, anche nei giorni successivi, un retrogusto buono, un ricordo morbido ed avvolgente.
È una cifra stilistica specifica di Doisneau, rispetto al suo più noto collega Cartier-Bresson, che me le ho fatto amare fin dalla gioventù: mentre nelle foto di HCB traspare un approccio calcolato, quasi matematico, talmente perfetto da risultare spessp algido, nelle immagini di Doisneau c’è un fil rouge di coinvolgimento, di empatia, di immedesimazione, di partecipazione alla realtà che fotografa, che arriva all’osservatore non frettoloso.
Le parole del curatore Gabriel Bauret spiegano perfettamente l’intento della mostra: “non è l’ennesima esposizione su Robert Doisneau né una retrospettiva sulla sua produzione, ma è frutto della scelta consapevole di mettere in evidenza quello che c’è dietro le sue fotografie”.
In primo luogo si vuole mostrare il legame tra le sue opere e la sua biografia, scoprire l’Autore dietro le sue immagini.
È un uomo con una determinata storia, che viene da un determinato contesto e che ha cercato di ritrovare nella fotografia alcuni aspetti forse mancati nella sua esistenza. In particolare, Doisneau ricerca, nel suo “teatro della strada”, una certa forma di tenerezza, una certa forma di umanità.
È un fotografo “umanista” nel senso che l’uomo è al centro della Fotografia.
Doisneau non è un filosofo ma la sua fotografia è vicina alla filosofia umanista ed esistenzialista di Camus e di Sartre. La sua postura fotografica è pienamente consapevole del suo periodo storico, immersa nei drammi e delle speranze dell’uomo del suo tempo, e proprio per questo è assolutamente contemporanea ed attuale nella sua essenza.
É un fotografo che ricercava il proprio piacere personale nell’atto del fotografare, che cercava di trovarsi a proprio agio in quell’universo.
Del resto, Doisneau diceva spesso di amare e cercare quelle situazioni nelle quali si sentiva bene. In quelle situazioni che fotografa ritroviamo, infatti, sentimenti, complicità, intesa, nonché ironia e curiosità”
Il secondo aspetto che emerge da questa mostra è la qualità della composizione.
La costruzione dell’immagine va ben oltre il soggetto e il risultato è che tutto contribuisce ad evidenziare e far esprimere il soggetto stesso.
Consiglio di prestare particolare attenzione a questo aspetto, che in alcune immagini appare al primo colpo d’occhio, ma in molte altre emerge sottilmente e lentamente.
La mostra presenta un percorso attraverso i temi ricorrenti da lui affrontati in più di cinquant’anni con la fotocamera sempre pronta a scattare: Bambini, 1934 – 1956; Occupazione e Liberazione, 1940 – 1944; Il dopoguerra, 1945 – 1953; Il mondo del lavoro, 1935 -1950; Il teatro della strada, 1945 – 1954; Scene di interni, 1943 – 1970; Portinerie, 1945 – 1953; Ritratti, 1942 – 1961; Una certa idea della felicità, 1945 -1961; Bistrot, 1948 – 1957; Moda e mondanità, 1950 – 1952.
Il sontuoso allestimento della mostra a CAMERA presenta oltre 130 stampe ai sali d’argento in bianco e nero su carta baritata che provengono tutte dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge.
Al termine, un’intervista video al curatore Gabriel Bauret e la proiezione di un estratto dal film realizzato nel 2016 dalla nipote del fotografo, Clémentine Deroudille: Robert Doisneau, le révolté du merveilleux (Robert Doisneau. La lente delle meraviglie), che contribuisce ad approfondire la conoscenza dell’uomo e della sua opera.
Last but non least, con l’intento di favorire la partecipazione di un pubblico sempre più ampio, la mostra include un percorso dedicato alle persone con disabilità visiva che comprende disegni a rilievo e relative audiodescrizioni.
Infine il notevole catalogo “Robert Doisneau”, edito da Silvana Editoriale.
INFORMAZIONI
CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia
Via delle Rosine 18, 10123 - Torino www.camera.to | camera@camera.to
Facebook/ @cameratorino
Instagram/ @cameratorino
Orari di apertura (Ultimo ingresso, 30 minuti prima della chiusura)
Lunedì 11.00 - 19.00
Martedì 11.00 - 19.00
Mercoledì 11.00 - 19.00
Giovedì 11.00 - 21.00
Venerdì 11.00 - 19.00
Sabato 11.00 - 19.00
Domenica 11.00 - 19.00
Chiusura
24 dicembre 2022
25 dicembre 2022
Orari speciali
31 dicembre 2022 11.00-15.00
1 gennaio 2023 15.00-19.00
Biglietti
Ingresso Intero € 12
Ingresso Ridotto € 8, fino a 26 anni, oltre 70 anni
e per i soci / possessori / iscritti:
Alliance Française AFIP – Associazione Fotografi Professionisti, Aiace Torino, Amici della Fondazione per l’Architettura, APC Gold Card, Card “Io Leggo di Più”, Card MenoUnoPiuSei, Centro Congressi Unione Industriale Torino, COOP, ENI Station, Enjoy, FAI – Fondo Ambiente Italiano, FIAF, Hangar Bicocca, Medicina e Misura di Donna Onlus, Ordine degli Architetti, Slow Food, Touring Club Italiano.
E per possessori del biglietto d’ingresso di:
Gallerie d’Italia (Torino, Milano, Napoli, Vicenza), Forte di Bard, Museo Nazionale del Cinema, MEF – Museo Ettore Fico.
Ingresso Gratuito
Bambini fino a 12 anni
Possessori Abbonamento Musei Torino Piemonte, possessori Torino + Piemonte Card, soci ICOM.
Visitatori con disabilità e un loro accompagnatore. Guide turistiche abilitate